Pendenza contenziosi giurisdizionali relativi ai concorsi da Allievo Agente della Polizia di Stato. Richiesta di adozione di interventi straordinari. Lettera al Presidente del Consiglio

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    Pubblichiamo il testo della lettera inviata lo scorso 16 aprile al Prof. Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri:

    “Illustrissimo Signor Presidente,

    il contraccolpo derivante dal blocco delle procedure concorsuali per l’accesso ai ruoli delle Pubbliche Amministrazioni provocato dalle priorità imposte dall’emergenza sanitaria in atto, che verrà sicuramente avvertito in ogni comparto del pubblico impiego, affliggerà in particolar modo la Polizia di Stato, la cui piramide generazionale, come abbiamo avuto modo di rappresentare pochi giorni addietro con un altro accorato appello, è drammaticamente sbilanciata verso la soglia dell’età pensionabile.

    La lotta per il contenimento della curva epidemiologica rischia purtroppo di vanificare gli sforzi che questo Governo, con la legge di bilancio recentemente licenziata, aveva compiuto nel reperire stanziamenti aggiuntivi finalizzati ad accelerare il turn over. Sforzi che avevano consentito di pubblicare, appena prima che la furia della pandemia travolgesse il nostro paese, un bando per l’assunzione di 1600 Allievi Agenti che, una volta immessi in ruolo, avrebbero dovuto ripianare gli organici delle Specialità della Polizia di Stato, così scongiurando la chiusura di oltre 270 presidi territoriali altrimenti destinati a scomparire.

    Non è dato sapere quando il contenimento del contagio consentirà di ripristinare le minime condizioni di mobilità per riprendere le selezioni dei candidati. Nelle more che ciò avvenga continua tuttavia lo stillicidio che, de iure condito, vedrà nel breve termine il pensionamento per raggiunti limiti di età di migliaia di poliziotti. Il venir meno di queste risorse, che già di per sé rappresenta una perdita secca di esperienze professionali difficilmente sostituibili, ci aveva per l’appunto indotto pochi giorni addietro a sollecitare l’adozione di una deroga ordinamentale che prevedesse un differimento, su base volontaria, della soglia della quiescenza. Un intervento però, come appena richiamato, che se auspicabilmente adottato, sarebbe comunque condizionato dalla volontarietà del singolo di permanere in servizio. Da ciò questo ulteriore appello finalizzato a scongiurare il grave vuoto che si potrebbe determinare nell’organico. 

    È di palmare evidenza che, alle date condizioni, senza una adeguata dotazione organica, ovvero senza interventi atti ad arginare questa inarrestabile emorragia, l’incubo della soppressione di uffici strategici per il controllo del territorio tornerà ad angosciare i decisori politici e a costringere il Dipartimento a rivedere i propri assetti organizzativi.

    A ciò si aggiunga che, non appena il morso della pandemia si allenterà, si passerà dal dover contrastare i focolai del contagio al dover arginare l’insorgenza di altrettanto pericolosi focolai di protesta sociale, alimentata dalla disperazione della perdita di milioni di posti di lavoro.

    Quando ciò avverrà, e oramai non manca molto, lo sfilacciamento delle potenzialità operative degli enti preposti alla tutela della pubblica sicurezza sarà un lusso che il “Sistema Paese” non si potrà permettere.

    Ed allora, in uno con l’opzione offerta dall’auspicata protrazione della vita lavorativa la cui opportunità – se non addirittura necessità – siamo oggi a ribadire, crediamo che un’ulteriore soluzione per sopperire alle paventate criticità sia possibile attraverso atti di indirizzo politico che inducano il legislatore a rivedere recenti determinazioni.

    Sia consentito ripercorrere in breve i tratti salienti di una vicenda che ha visto centinaia di giovani costretti ad azionare le loro istanze presso la giurisdizione amministrativa per veder affermato il loro diritto ad accedere ai ruoli della Polizia di Stato. 

    Il 26 maggio 2017 è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – 4^ Serie Speciale “Concorsi ed Esami”- il bando per l’assunzione di 1.148 Allievi Agenti della Polizia di Stato che tra i requisiti richiedeva, per quanto qui più interessa, di non aver compiuto il 30° anno di età e di aver conseguito il diploma di scuola media inferiore.

    In seguito è stato poi disposto lo scorrimento della graduatoria per l’assunzione di ulteriori 1851 allievi agenti, modificando però i requisiti richiesti, e segnatamente elevando al diploma di scuola superiore il titolo di studio e riducendo il limite massimo di età a ventisei anni non compiuti alla data della pubblicazione del bando di concorso.

    Per effetto di questa “tagliola normativa” centinaia di concorrenti, che pure alla prova scritta avevano ottenuto un elevato punteggio, dimostrando un livello di preparazione superiore, sono stati pretermessi dalla graduatoria concorsuale, che ha premiato altri candidati solo in virtù del più favorevole criterio anagrafico. Dal che è sorto un corposo contenzioso con centinaia di aspiranti/ricorrenti che, in momenti diversi, hanno promosso un ricorso al Tar del Lazio.

    Ben 455 di loro, che avevano visto accogliere la proposta istanza cautelare, sono stati avviati, ed hanno già superato, le prescritte selezioni psicoattitudinali. Dunque sono stati ad ogni effetto giudicati idonei, e in astratto potrebbero partire anche subito per il corso di formazione, ma sono costretti all’angoscioso limbo dell’attesa della pronuncia di merito per la decisione della quale – a proposito delle ricadute della congiuntura pandemica – la relativa udienza, originariamente prevista in questi giorni, è stata rinviata al prossimo mese di giugno.

    Ma ce ne sono altri 1223 che, sebbene anche la loro istanza cautelare sia stata accolta, non sono ancora stati convocati per sostenere le prove selettive, e sono parimenti in attesa della celebrazione del rito di merito.

    Queste essendo le premesse, riteniamo che, melius re perpensa, una eventuale rimozione, ora per allora, dei vincoli anagrafici e scolastici introdotti dal legislatore in corso d’opera, non solo consentirebbe di procedere all’immediato avvio al corso di formazione dei 455 candidati che già sono risultati pienamente idonei, ma anche di sottoporre gli altri 1223 ricorrenti alle visite psicoattitudinali per selezionare ulteriori centinaia di ragazzi pieni di entusiasmo che, senza alcuna spesa per l’erario, e con la cessazione di un contenzioso in ipotesi notevolmente dispendioso per la P.A., potrebbero contribuire ad iniettare una prima dose di ossigeno vitale nelle esanimi dotazioni organiche dei ruoli di base della Polizia di Stato.

    Insomma, la da noi caldeggiata prospettiva offrirebbe un primo positivo stimolo alla ripresa di quella normalità operativa che, diversamente, potrebbe essere ripristinata solo a prezzo di pericolosi scadimenti della qualità della risposta dell’apparato preposto alla salvaguardia dell’ordine e della pubblica sicurezza.

    Ecco perché, conoscendo la Sua sensibilità e l’impegno che quotidianamente profonde per il bene del Paese e la tutela della salute e della sicurezza pubblica, confidiamo che i temi qui proposti possano essere oggetto della Sua attenzione e di un momento di riflessione per le opportune e necessarie risposte a questo accorato appello per il bene dell’Istituzione Polizia di Stato e il mantenimento dei livelli di ordine e sicurezza pubblica. Nel confidare nella Sua consueta attenzione e sensibilità, l’occasione è propizia per inviare ringraziamenti a nome delle donne e gli uomini in uniforme per quanto ha fatto e continuare a fare nell’esercizio del delicato incarico che ricopre, nonché sentimenti di elevata e rinnovata stima unitamente a cordialissimi saluti.”

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