Scontri in piazza, Siulp contro chi alimenta clima da tifoserie

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Ultimo aggiornamento 26/12/2020

Il sindacato di polizia chiede confronto tra rappresentanti dei lavoratori e della polizia
 
Articolo di Ilaria Storti pubblicato su Conquiste del Lavoro del 4 novembre 2014
Scontri a Roma durante il corteo degli operai della Ast di Terni. Scontri a Brescia, dove la visita del premier agli imprenditori locali, è stata accolta dalla protesta di iscritti Fiom e ragazzi dei centri sociali e dai conseguenti tafferugli con le forze dell’ordine. L’asprezza del dibattito politico sul lavoro si trasferisce nelle piazze. O forse, secondo l’interpretazione suggerita dal premier Renzi, qualcuno gioca a buttare benzina sul fuoco, per poter poi strumentalizzare le violenze.
Quel che è certo, sottolinea dagli studi di Labor Tv il segretario generale del Siulp, Felice Romano, è che “c’è un clima da tifoserie che non aiuta il confronto”. Scontri come quelli avvenuti a Roma al corteo Ast, secondo Romano, “consentono” a qualcuno di ricavarsi uno “spazio di protagonismo politico, a scapito di operai e poliziotti”. Ma il clima di scontro duro interno a qualche partito, evidenzia il segretario del Siulp, rischia di “scaricarsi sul clima sociale, provocando derive difficili da immaginare”. Dopo scontri come quelli avvenuti in questi giorni, secondo Romano, non ci si può limitare alle parole di condanna e solidarietà.
E’ necessario, spiega li sindacalista, “non depauperare, la funzione dell’Autorità provinciale di polizia, politica e tecnica, atteso che è questo il livello su cui ricade, nei fatti la responsabilità di organizzare”.
Romano chiede poi che ognuno “faccia il proprio dovere in modo per evitare ogni condizione o possibilità che si ripeta lo scontro tra lavoratori e rappresentanti delle Forze di polizia”.
Il clima da tifoserie, dunque, è pericoloso. E può essere alimentato anche da dichiarazioni come quelle da vero e proprio ultras del segretario generale del~’ Gianni Tonelli, sulla condotta dissoluta di Stefano Cucchi e sulle relative conseguenze. “Prendo le distanze- dice a proposito Romano- da chi, erigendosi a giudice, emette sentenze sulla qualità della vita degli altri.
l poliziotti sono a servizio prima di tutto della legge e delle fasce più deboli”. Il segretario del Siulp sottolinea che la scelta del procuratore di Roma, Pignatone, di fare ulteriori indagini sul caso Cucchi, “interpreta perfettamente qual è lo spirito con cui accostarsi a questa vicenda”. Le sentenze, aggiunge Romano, vanno rispettate ma, se ci sono nuovi elementi “è giusto riaprire l’inchiesta, nell’interesse di tutti”. Il problema, secondo Romano, è in questo caso “etico, prima ancora che giudiziario”.
“Non è possibile- sottolinea il segretario del Siulp -che un giovane che viene affidato alle mani dello Stato muoia e non si riesca a capire perché. Anche se non si riesce ad accertare la responsabilità di singoli, c’è comunque una responsabilità del sistema. E questo in un Paese democratico non è possibile”.
La linea del Siulp è, dunque, quella del dialogo, del confronto e della trasparenza.
Ed è per questo che il Siulp chiede un tavolo tecnico dove sindacati di polizia, rappresentanti dei lavoratori e politici si siedano per “ricordare che in piazza non ci sono nemici ma lavoratori e che ognuno deve fare la sua parte nel rispetto delle regole”.
L’idea di un tavolo permanente, tra l’altro, è stata accolta dal ministro dell’Interno, Alfano, che si è impegnato proprio ieri su questo. E proprio in nome della trasparenza, il Siulp chiede ora al governo che la sperimentazione sull’utilizzo di videocamere inserite sulle divise dei poliziotti assegnati alla sicurezza dei cortei, venga allargata anche a tutti gli operatori delle squadre volanti.
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