D’ALIA: SIULP bene ministro su razionalizzazione sistema sicurezza, ma per buona riuscita occorre concretezza e gradualità.

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Dichiarazione del Segretario Generale Felice Romano

Le dichiarazioni del ministro D’Alia secondo le quali non è più rinviabile l’apertura di una discussione per l’unificazione delle forze di polizia, sono un segnale importante di reale presa di coscienza da parte dello stesso ministro e si auspica di tutto il governo, anche se l’attuazione di una siffatta iniziativa prevede concretezza ma anche gradualità.

Che anche il governo si ponga la questione di razionalizzare l’attuale sistema sicurezza, e quindi di conseguenza le singole forze che lo compongono e i loro presidi che insistono sul territorio, è un atto dovuto ma anche di grande lungimiranza politica, attese le gravi difficoltà economiche che investono il Paese. Essa è, inoltre, una risposta concreta ai reali bisogni delle donne e degli uomini in uniforme.

Ad affermarlo in una nota Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, il quale, nell’esprimere plauso al ministro D’Alia che mostra ancora una volta la sua concretezza nel prestigioso incarico che ricopre, sottolinea come il SIULP da tempo sta invocando la riforma del modello della sicurezza, la rivisitazione dei presidi sul territorio e anche quella delle carriere del personale che, stante l’attuale organizzazione, è completamente ingessata a discapito delle migliaia e migliaia di professionalità che non riescono a trovare sbocchi e nuovi ambiti di impiego proprio per la vetusta organizzazione del modello e i grandi costi che essa comporta.

Sono ormai due anni, continua Romano, che il SIULP ha elaborato, in modo scientifico unitamente all’Università Link Campus di Roma, un progetto di riorganizzazione dei presidi che, a parità di organici, comporta un risparmio di gestione che va dal 53 al 67% degli attuali costi con il raddoppio e in alcuni casi addirittura la triplicazione delle pattuglie addette al controllo del territorio.

Questo progetto, purtroppo, non trova sostenitori proprio per la miopia della politica dei vari governi che si sono finora succeduti poiché ostaggio di antiche e ormai non più esistenti equazioni secondo le quali il pluralismo dei corpi di polizia sono una garanzia per la democrazia.

Ecco perché, conclude Romano, nel plaudire all’iniziativa del ministro D’Alia e nel dargli pieno sostegno su questo progetto ribadiamo, però, la necessità che ad esso si giunga attraverso passaggi graduali che prevedano il passaggio funzionale anche dell’Arma dei Carabinieri, sebbene a status militare, sotto le dirette dipendenze del ministro degli Interni così come avvenuto in Francia nel 2009, con un risparmio per le casse dello stato francese pari a circa 3 miliardi di euro. Già questo primo importante segnale, pur garantendo lo status delle singole forze e senza arrivare necessariamente all’unificazione consentirebbe, di fatto, l’unificazione della regia del potere di organizzazione ma anche della responsabilità della funzione di ordine e sicurezza pubblica in capo alle autorità civili e provinciali di P.S. e quindi del ministro degli interni come si conviene ad ogni Paese civile, democratico ma che vuole essere al passo con i tempi anche rispetto alle compatibilità finanziarie.

Ogni scorciatoia ad un percorso graduale, nonostante la buona volontà di chi la promuove, correrebbe il rischio di vanificare il raggiungimento dell’obbiettivo come già avvenuto troppe volte in passato.

Lanci di agenzia

Sicurezza: Siulp, razionalizzare sistema con gradualità

(ANSA) – ROMA, 28 OTT – “Le dichiarazioni del ministro D’Alia secondo le quali non è più rinviabile l’apertura di una discussione per l’unificazione delle forze di polizia, sono un segnale importante, anche se l’attuazione di una siffatta iniziativa prevede concretezza ma anche gradualità”. Lo afferma il segretario del Siulp Felice Romano sottolineando che da tempo il sindacato invoca la riforma del modello della sicurezza.

“Sono ormai due anni – dice Romano – che il Siulp ha elaborato un progetto di riorganizzazione dei presidi che, a parità di organici, comporta un risparmio di gestione che va dal 53 al 67% degli attuali costi con il raddoppio e in alcuni casi addirittura la triplicazione delle pattuglie addette al controllo del territorio”. Un progetto che “non trova sostenitori proprio per la miopia della politica dei vari governi ostaggio di antiche equazioni secondo le quali il pluralismo dei corpi di polizia sono una garanzia per la democrazia”.

Secondo il Siulp, dunque, “attraverso passaggi graduali” bisogna arrivare al “passaggio funzionale anche dell’Arma dei Carabinieri, sebbene a status militare, sotto le dirette dipendenze del ministro degli Interni”. Ciò sarebbe un “primo importante segnale” che, di fatto “consentirebbe l’unificazione della regia del potere di organizzazione ma anche della responsabilità della funzione di ordine e sicurezza pubblica in capo alle autorità civili e provinciali di polizia” 

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